Freud, nel 1917, affermava che “La psicoanalisi come scienza è caratterizzata non dalla materia che tratta, ma dalla tecnica con la quale opera” (Introduzione alla psicoanalisi, OSF 8, pag. 542).
Si potrebbe dunque proseguire dicendo che in quanto pratica ha meno a che fare con la teoria che enuncia di quanto non abbia a che fare con il materiale su cui lavora, e qui si pone lo scarto tra teoria e pratica, esperienza e metodo.
La natura profonda della pratica deriva dall’osservazione, ma in particolare dall’ascolto che ha luogo in questa osservazione.
Si tratta di un’osservazione che, lungi dal ricercare la conferma di verità prestabilite, si poggia al contrario sulla fragilità intrinseca a queste verità. Un’osservazione dunque in cui ogni certezza preliminare sarebbe a priori invalidabile, messa in dubbio e sottomessa ad interrogativi.
Ogni analisi costituisce così un’esperienza particolare per il fatto che il dispiegarsi della parola è ogni volta singolare e richiede l’attenzione specifica di chi ascolta, in questo caso analista e paziente. In questo senso la “cura della parola” è anche “cura dell’ascolto”.
All’interno dell’evento formativo si tratterà di approfondire il tema dell’osservazione di questo ascolto: come si ascolta, cosa si ascolta, le variazioni dell’ascolto e nell’ascolto.
Programma del ciclo di seminari