INTERROGATIVI SUL TEMA DELLA TRANSESSUALITÀ: IL LAVORO PSICOANALITICO

 13 MAGGIO 2017

 

L’introduzione del concetto di identità di genere compare piuttosto tardi in psicoanalisi. Non lo si trova negli scritti di Freud e dobbiamo arrivare al 1968 quando Stoller lo concettualizza come una dimensione centrale dell’organizzazione del Sé. Per Freud la differenza di genere è radicata nella biologia e concetti di genere e ruolo di genere sono quasi sinonimi. In questo secolo, nel quale il problema dell’identità del soggetto è divenuta centrale, come qualcosa che non può essere data come scontata, il sesso anatomico non è più un ovvio punto di riferimento attorno a cui costruire l’identità della persona. Continua a leggere

IL CUORE CHE PENSA. TRE LIVELLI DI LAVORO PSICOANALITICO E TRE LIVELLI DI PATOLOGIA

1924_joan_miro_011_paesaggio_catalano_con_chitarra - Copia  22 OTTOBRE 2016

SI COMUNICA CHE SONO CHIUSE LE ISCRIZIONI ALLA GIORNATA DI STUDIO PER IL RAGGIUNGIMENTO DEL NUMERO MASSIMO DI PARTECIPANTI

La giornata di studio si propone di riflettere e discutere con la relatrice dott.ssa Anne Alvarez, i tre livelli di lavoro psicoanalitico da lei concettualizzati, collegandoli a tre livelli di psicopatologia. Alvarez sottolinea come  gli sviluppi storici e cronologici nella teoria e nella tecnica, da Freud attraverso Melanie Klein fino a Bion, abbiano proceduto per così dire, dall’alto verso il basso, ma nella clinica ella afferma che bisognerebbe invertire tale ordine.

Il suo schema dei livelli del lavoro analitico deriva dal fallimento clinico dello sforzo di raggiungere bambini estremamente danneggiati con interpretazioni basate sulla spiegazione (alla Freud) o sulla localizzazione (alla Klein).

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L’interpretazione in psicoanalisi

  14 MAGGIO 2016    Vallotton Chemin aprés la pluie 1915

 

Nell’attuale fase post-moderna della psicoanalisi caratterizzata dalle molte correnti che enfatizzano dal punto di vista teorico e clinico il costruttivismo, l’intersoggettivismo, il relativismo e il prospettivismo, lo strumento dell’interpretazione psicoanalitica non sembra navigare in buone acque: ne vengono messi in discussione o svalutati il significato teorico e la valenza clinica a favore dell’importanza della relazione analista-paziente, declinata in modi molteplici, e degli interventi non-interpretativi.

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L’incontro transferale con il paziente grave: modalità psicotiche del transfert

nastasi

17 OTTOBRE 2015

Si comunica che la disponibilità di iscrizioni aventi diritto ad ECM è terminata. Sono disponibili ancora cinque iscrizioni senza ecm.

La giornata di studio intende affrontare la questione del transfert nell’incontro con il paziente grave e le particolari modalità transferali che connotano la terapia. Il transfert nella cura del paziente grave (borderline, schizoide, psicotico ) non è assente, ma massiccio e significativo, a differenza di ciò che si ipotizzava in passato, cioè che  questi pazienti fossero incapaci di sviluppare risposte di traslazione. Oggi la questione non è più se il paziente possa sviluppare una traslazione importante, ma come il terapeuta possa affrontare e lavorare con pazienti che presentano, nella relazione terapeutica, determinate modalità transferali.

L’esperienza di frantumazione e le formazioni deliranti inducono una modalità controtransferale e transferale particolare, frammentaria. Continua a leggere